Quando ho iniziato ad avvicinarmi al coaching l’ho fatto da coachee. Mi sono avvicinato inizialmente al corporate coaching e poi negli anni cambiando ruolo in azienda ho fatto executive coaching.

Il mio primo coach, mi ha aiutato molto a maturare una consapevolezza che mi ha portato autonomamente a prendermi la responsabilità delle mie decisioni.

Devo ammettere di aver compreso definitivamente l’enorme lavoro fatto dal mio coach solamente quando mi sono avvicinato al coaching in training

Ho compreso quanto sia stato utile il lavoro fatto dal mio coach con l’utilizzo di domande aperte, elevandomi, in qualità di coachee, al centro della sessione come la persona più importante, come la persona senza ogni dubbio in grado, con le sue competenze e con la sua propria professionalità di arrivare alla o alle soluzioni migliori per lui.

Una delle prime cose che ho imparato è che nel coaching il rapporto di partnership e di fiducia con il coachee è essenziale. Nel coach c’è l’assoluta certezza che il coachee sarà assolutamente in grado di arrivare alle soluzioni a lui necessarie.

Questo aspetto è primario perché su questa profonda convinzione c’è tutta l’attività di coaching e su questa certezza c’è la costruzione del rapporto di partnership, e quindi c’è l’esecuzione dell’attività di coaching.

Il coaching è un’arte?

Durante la mia formazione professionale in seguito mi sono chiesto diverse volte se “coach” si nasce o si diventa. Mi sono chiesto ovviamente se, relativamente all’investimento economico, avessi fatto una scelta che mi avrebbe poi dato delle soddisfazioni e allo stesso tempo se fossi in grado di apprendere e se quanto appreso poi sarebbe stato sufficiente a poter eseguire la professione di coach.

Ovviamente non avevo e non ho la sfera di cristallo e quindi mi sono semplicemente dedicato all’apprendimento di quella che forse da tanti viene considerata persino un’arte: il Coaching.

Entriamo nel merito dell’apprendimento  

Una delle competenze principali di un coach è l’ascolto attivointeressato completo del coachee. partendo da questa competenza, possiamo dire che l’abilità di saper ascoltare sia un qualcosa che si può acquisire? Che sia una competenza? Non basta la volontà di voler ascoltare qualcuno?

Dunque, se ponessi queste domande a mia moglie mi direbbe con certezza, che con lei solitamente adotto un “ascolto selettivo” e che con la consueta velocità questa modalità si trasforma in un “non ascolto”.

Mi perdonerete per questo riferimento, ma sono sicuro senza alcun pericolo di smentite, che la modalità di ascolto che adotto con mia moglie sia abbastanza comune e sono convinto che sia la dimostrazione che l’ascolto, oltre a essere una predisposizione caratteriale, è soprattutto un’attitudine personale che si può implementare con uno standing corretto, ma soprattutto con l’auto consapevolezza dell’importanza dell’ascolto del coachee durante la sessione di coaching.

Essere consapevoli non basta. Il coach deve creare un silenzio al suo interno, adottare una sorta di tecnica “egoless”, essere totalmente disponibile verso il coachee e non cadere nell’errore di proporre le proprie idee o il proprio modus operandi. 

Il coach deve eliminare le proprie barriere di ascolto, con il proprio vissuto, le proprie credenze e i propri valori.

Il coach non suggerisce le modalità con cui poter raggiungere gli obiettivi, ma supporta il coachee nel raggiungimento dell’auto consapevolezza

 Ascoltare diviene quindi importante per comprendere e comprendere per aiutare. Il coach aiuta il coachee ad intraprendere la propria strada di cambiamento.

Al centro c’è il coachee, ci sono le sue scelte, ci sono le sue responsabilità, c’è la sua consapevolezza. Il coach è la sua spalla.

Il coaching quindi è un’arte? Direi che innanzitutto il coach più che un’arte debba possedere la passione, la fiducia e l’apertura per il prossimo, al di là delle proprie convinzioni che con il coaching subiscono e subiranno un profondo cambiamento.

Se vuoi percorrere finalmente la tua strada e raggiungere i tuoi obiettivi passo dopo passo, con maggiore consapevolezza, allora il coaching è la soluzione per te!

Buona Vita, unica e irripetibile!